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Morana Dolcetto d'Alba

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Tra i vitigni simbolo del Piemonte, il Dolcetto per lungo tempo ha costituito la base dell’economia vitivinicola piemontese e il vino da esso prodotto è stato per secoli oggetto di scambio con la Liguria, da cui si importavano l’olio e il sale, ma anche le acciughe, ingrediente principale della celebre bagna caöda.

L’origine del nome è dibattuta: secondo alcuni avrebbe a che fare con l’elevata dolcezza dell’uva matura o, meglio, con la maggiore morbidezza dei vini ottenuti dal Dolcetto rispetto a quelli prodotti con le altre uve piemontesi quali Barbera e Nebbiolo (anche se, a scanso di equivoci, è bene ribadire come i Dolcetto siano sempre secchi), mentre un’altra tesi ritiene che derivi dalla parola dosset, dossetto, cioè bassa collina.

Il Dolcetto d’Alba DOC, la cui produzione è consentita nella provincia di Cuneo e in una piccola parte dell’astigiano, si caratterizza per un colore rosso rubino, talvolta dai riflessi violacei, un intenso aroma fruttato di more e ciliegie con richiami floreali e di mandorla, e una struttura di medio corpo, non particolarmente ricca di acidità e dal piacevole retrogusto amarognolo.

Generalmente vino immediato e di pronta beva, in certi casi può reggere brevi o medi invecchiamenti. Perfetto per la tavola quotidiana, servito in calici di media ampiezza a una temperatura di 15-16°C accompagna al meglio antipasti di verdure e salumi, minestre di legumi, risotti, paste all’uovo (agnolotti del plin, lasagne al forno, tagliolini al tartufo), bagna caöda  e grigliate di carne.