Premiaty > VIVI SOSTENIBILE Febbraio 2023

Plastiche e bioplastiche: riconoscerle e differenziarle

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Spesso ci troviamo disorientati di fronte alla varietà di materiali che utilizziamo nel quotidiano. Se anche teniamo all’ambiente e ci impegnamo nel corretto smaltimento dei rifiuti, non sempre siamo sicuri di gestire al meglio la nostra raccolta differenziata. Qualche informazione in più può aiutare a orientarci

I materiali in plastica e bioplastica, se da un lato hanno il vantaggio di semplificare alcuni aspetti della quotidianità (basti solo pensare alla praticità delle confezioni dei prodotti alimentari), dall’altro hanno lo svantaggio di non decomporsi nell’ambiente. Tocca ai cittadini differenziali in modo corretto per avviarli al riciclo.

I diversi materiali: conosciamoli meglio

Nel cestino della plastica vanno gettati solo gli imballaggi – cioè tutto ciò che serve a contenere, proteggere e preservare i prodotti –, mentre il resto è da destinare alla raccolta indifferenziata. Quindi, sì a bottiglie, flaconi, contenitori, vaschette per alimenti, blister dei medicinali, confezioni, pellicole e sacchetti. No a tutti gli oggetti, anche se in plastica.

Gli imballaggi riciclabili in plastica hanno un logo composto da un triangolo con tre frecce al cui interno è riportato un numero, mentre in basso c’è una sigla con la tipologia di polimero plastico (1, PET; 2, PE-HD; 3, PVC; 4, PE-LD; 5, PP; 6, PS; 7,O).

Le bioplastiche e come riciclarle

Le bioplastiche derivano da fonti sia rinnovabili sia di origine fossile e si caratterizzano per essere biodegradabili e compostabili negli impianti di compostaggio industriale. Tuttavia, se disperse nell’ambiente sono inquinanti, nonché pericolose per uccelli, animali e fauna acquatica, che rischiano di ingerirne frammenti o di impigliarsi. Gli imballaggi in bioplastica vanno gettati con la frazione umida domestica e non con la plastica. Si riconoscono perché riportano piccoli loghi (come “ok compost”, “compostabile cic”, “vincotte” etc…) e la scritta “biodegradabile e compostabile conforme alla norma UNI EN 13432”.

Tra gli imballi realizzati con questi nuovi materiali ci sono i comuni sacchi e sacchetti per l’umido e l’ortofrutta, gli involucri per la carta, le posate, i piatti, i bicchieri, le shopper per la spesa, le reti della frutta, i sacchi e i guanti per il reparto ortofrutta a libero servizio, i vasetti delle colture agricole.

Buone notizie!

Possiamo dire addio ai dubbi su come differenziare i rifiuti. Dal 1° gennaio 2023 è scattato l’obbligo di etichettatura degli imballaggi, anche se nei prossimi mesi capiterà di imbattersi ancora nelle vecchie confezioni, che sono le scorte in via di esaurimento. Le nuove etichette dovranno riportare la tipologia di imballaggio (flacone, lattina, vaschetta, bottiglia), il tipo di materiale e come va differenziato.