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Autin dal Masso Barbera d'Asti

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Sebbene venga ipotizzata la coltivazione della Barbera in Piemonte già nel Medioevo, la sua comparsa è datata 1512, anno a cui risale un atto del comune di Chieri (TO). Grazie a una rapida diffusione su tutto il territorio, la Barbera diventò il vino che i contadini destinavano al proprio consumo, iniziando a costruire quel rapporto con la tavola quotidiana che ne rappresenta forse il tratto più distintivo.

La Barbera è uno dei vitigni-simbolo del Piemonte e interessa circa il 30% della superficie vitata regionale. Coltivato soprattutto sulle colline dell’Astigiano e del Monferrato, raggiunge la sua massima espressione nella Barbera d’Asti, che ha ottenuto la DOC nel 1970 e la prestigiosa DOCG nel 2008.

Dopo un’epoca in cui la sua fama è stata offuscata da produzioni dozzinali, la Barbera d’Asti ha conosciuto un nuovo rilancio a partire dagli anni ’80-’90 del Novecento, grazie a un gruppo di produttori decisi a far svoltare il territorio verso la qualità.

Accanto alla vinificazione in acciaio, che origina vini più freschi e immediati, si è sviluppato l’uso delle barrique, finalizzate a produrre versioni adatte a un affinamento prolungato. Il colore è rosso rubino e tende al granato con l’invecchiamento. Il profumo è intenso e vinoso da giovane: spiccano la ciliegia, la mora e la prugna, che evolvono in sentori di confettura e frutta sotto spirito, oltre a note floreali. Al palato è vigoroso e scorrevole, animato dal proverbiale nerbo acido che ne rinfresca il sorso.Da servire attorno ai 16°C-17°C, una buona Barbera può accompagnare piatti tipici come agnolotti del plin, bagnacauda e fritto misto alla piemontese, fino ai pesci grassi come l’anguilla e a piatti più esotici quali il chili con carne di manzo. Le versioni più ambiziose si abbinano alla selvaggina di pelo e di piuma e ai formaggi stagionati.