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Trasimeno, piaceri d’acqua dolce

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Castiglione del Lago è il luogo perfetto dove trascorrere un fine settimana di gusto e natura tra romantiche gite in barca, antichi borghi e castelli, piatti tipici e prodotti che sanno di tradizione

Castiglione del Lago

Un paradiso naturale immerso tra colline coltivate a vigne e uliveti. È il Trasimeno. Un “velo d’argento” per Lord Byron e il luogo perfetto per passeggiare sulle foglie croccanti e scaldate dai colori del foliage. Siamo in Umbria, nel cuore verde d’Italia che batte al ritmo delle acque del lago sul bagnasciuga. E quando queste acque si increspano la leggenda vuole che a muoverle sia Agilla, ninfa che in tempi lontani perse tra i flutti il suo amore, il principe etrusco Trasimeno, al quale ovviamente il lago deve il nome. E Agilla lo cerca più forte nelle notti di tempesta, ribaltando le barche, insinuandosi fra le rocce. Quello che trova però è una ricca fauna acquatica, con l’anguilla, il persico, il luccio, la carpa e la tinca che si rincorrono scintillanti, fino a cadere nella rete dei pescatori locali. E di qui nel piatto, o meglio, nel tegamaccio, ricetta tipica della zona che vede il pesce di lago a pezzettoni cotto in umido e condito con olio, vino bianco ed erbette. Certo, si può gustare anche fritto, in porchetta, arrosto o abbrustolito direttamente sulle canne del lago, del resto è il signore della cucina locale e anche i più scettici troveranno nei tanti ristoranti pied dans l’eau della zona una versione gradita al proprio palato.

Lo spirito del lago

Difficile scegliere da dove partire alla scoperta del Trasimeno e delle sue sponde. Noi lo facciamo da Castiglione, le cui belle e intatte mura medievali si riflettono nelle sue acque, così come gli alberi tutt’attorno, rendendo questo scorcio incantato per chi arriva dal lago. Ed è certamente la Rocca del Leone a fare da magnete per i turisti. Edificata nel 1247, è uno degli esempi più interessanti di architettura militare umbra del Medioevo, con il suo spettacolare cammino di ronda che regala panorami da sogno. Collegato alla fortezza è il bel Palazzo della Corgna, edificio cinquecentesco dalle stanze riccamente affrescate, destinato a residenza di Ascanio della Corgna. Importante saperlo quando vi chiederete chi sia quell’ombra che si aggira nei pressi del palazzo alla mezzanotte del 3 dicembre. Si tratta, infatti, proprio del povero Ascanio, marchese di Castiglione, ucciso in quella data, il cui fantasma torna ogni anno entrando dal portone principale e aggirandosi tra le stanze che un tempo furono le sue. Da vedere la chiesa di Santa Maria Maddalena, con i trompe l’oeil delle cupole e la splendida Madonna del latte, la chiesa di San Domenico di Guzman, con i suoi affreschi e il raffinato soffitto a cassettoni e il Santuario della Madonna della Carraia con la sua Vergine miracolosa.

Umbricelli e fagioline

Del tutto profano, invece, il miracolo al quale si assiste una volta seduti ai tavoli di una delle tante trattorie che si incontrano in zona. La cucina è quella della tradizione umbra, fatta di norcineria prelibata, caciotte e pecorini con i quali farcire grandi fette del classico “pane sciapo” della zona. Tra i primi piatti sono gli umbricelli freschi a rubare la scena agli altri formati più classici. Si tratta di grossi spaghetti all’uovo fatti a mano, e dunque veracemente irregolari, conditi nelle maniere più svariate, dai porcini al tartufo al barbozzo di maiale, golosissima guancia aromatizzata ottima nei sughi ma perfetta anche a fette sottili sciolta su una bruschetta rovente. E poi c’è lei, la Fagiolina del Trasimeno, Presidio Slow Food tornata di recente in auge dopo un lungo periodo trascorso nell’ombra. Legume antico, le cui origini pare vadano ricercate in terra africana, era usata dagli Egizi come moneta di scambio e così ha potuto viaggiare per il mondo e ha trovato sulle sponde di questo lago il suo habitat ideale. Detta anche “risina del lago”, per via delle dimensioni modeste, o fagiolo dall’occhio per il puntino nero che ricorda una pupilla, la Fagiolina viene ancora coltivata da poche aziende che la curano seguendo metodi antichi, e si può mangiare anche solo bollita e condita con un filo d’olio extravergine del Trasimeno.

La Strada dei Colli del Trasimeno

La DOC Trasimeno (o Colli del Trasimeno) si estende prevalentemente intorno alle sponde del lago, terra anticamente abitata dagli Etruschi, che infatti probabilmente vi introdussero la coltivazione della vite. La zona prende il nome di Strada dei Colli del Trasimeno, e vede nascere uve destinate a produrre ottimi vini sia bianchi che rossi. Su tutte il Gamay (da non confondersi con l’omonimo vitigno francese), coltivato pare dai primi del ’600, da cui nasce un vino sapido ed elegante, perfetto per accompagnare i piatti di lago, tegamaccio in testa.

In giro per frantoi

Si chiama Dolce Agogia la cultivar caratteristica dei Colli del Trasimeno. Il sapore è di erba fresca, fruttato, unito a un bel carattere amaro e un’interessante sferzata di piccante. In generale l’olio extra vergine è senza dubbio una delle eccellenze umbre, e per scoprirne tutti i segreti la scelta migliore è dedicare qualche ora alla visita delle aziende agricole, entrando nei frantoi, passeggiando tra gli uliveti e lasciandosi inebriare di parole e aromi dai padroni di casa. Per capire come muoversi è possibile seguire la Strada dell’Olio DOP Umbria (www.stradaoliodopumbria.it) di cui fa parte anche il Trasimeno. Per tutto il mese, inoltre, in varie località della regione si svolge anche la manifestazione Frantoi Aperti, che anima i fine settimana con attività culturali legate all’olio, infinite possibilità di degustazione e acquisto (www.frantoiaperti.net).

10 cose da fare sul Lago Trasimeno in un fine settimana

  • Ripercorrere le tappe della battaglia di Annibale al Trasimeno
  • Infilarsi in uno dei vicoli più stretti d’Italia (60 cm) a Città della Pieve
  • Visitare il Museo della Pesca sul Lago Trasimeno di San Feliciano di Magione
  • Lasciarsi affascinare dal Museo delle Barche, ospitato nella rocca di Passignano
  • Ammirare i capolavori dell’artigianato locale al Museo del Merletto di Tuoro
  • Raggiungere in battello l’Isola Maggiore e l’Isola Polvese
  • Lanciarsi con il kitesurf o la canoa nelle acque del lago, o percorrerne le rive in sella a un cavallo
  • Passeggiare tra i vicoli di Paciano, gioiello medievale
  • Scoprire i segreti dei mastri vetrai al Museo del Vetro di Piegaro