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Noce moscata

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Conosciuta e utilizzata in Indonesia già nel 2500 a.C., la noce moscata è giunta in Europa intorno all’anno 1500, conquistandosi un posto d’onore non solo nella cucina, ma anche nella medicina in virtù delle sue proprietà antisettiche. Deve il suo nome alla capitale dell’Oman, Mascate, perché è da lì che iniziò a essere commercializzata.

Si ricava da un albero sempreverde (Myristica fragrans) coltivato soprattutto in India, Malesia, Brasile, Indonesia e Sri Lanka. Due o tre volte all’anno produce dei frutti gialli molto succosi simili a piccole pesche (la loro polpa è utilizzata per produrre una marmellata), al loro interno si trova una noce scura coperta da un involucro rosso acceso che contiene un piccolo seme. È proprio il seme della pianta la parte più pregiata, quella da cui si ottiene la spezia che chiamiamo noce moscata. Quando i frutti sono giunti a maturazione si aprono spontaneamente e vengono raccolti manualmente o aiutandosi con una canna di bambù. La noce viene fatta seccare al sole e poi aperta per prendere il seme. Anche i semi vengono posti al sole per l’essiccatura fino a quando non raggiungono la consistenza legnosa che conosciamo. A questo punto la noce moscata è pronta per essere messa sul mercato intera o in polvere.

Questa spezia ha un sapore molto forte, leggermente dolce e con una nota agrumata, il suo profumo è intenso e speziato. L’ideale è acquistare la noce moscata intera e grattugiarla solo al momento dell’uso, preferendola di produzione biologica. Se conservata al riparo dall’umidità, può durare molto a lungo, l’importante è tenerla in contenitori di latta o di vetro scuro, in modo da preservarla da fonti di luce diretta. È tra le spezie esotiche che sono entrate a far parte della cucina italiana a pieno diritto. La noce moscata è, infatti, un ingrediente essenziale nella preparazione della besciamella, delle olive ascolane, dei tortellini e del purè. Ma è ottima da aggiungere anche ai più svariati dolci, dai budini alle torte, dai biscotti alle creme, per dar loro un tocco raffinato e caldo. Una curiosità, anche dall’involucro che ricopre la noce (arillo), fatto essiccare e ridotto in polvere, si ottiene una spezia dolce e aromatica utilizzata nella preparazione di bevande come la cola o di liquori.