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Il mondo delle camelie e come coltivarle con successo

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Tutto quello che dobbiamo sapere su una delle piante più amate per i nostri balconi: dal lungo viaggio che l’ha portata in Italia dall’estremo Oriente, alla sua straordinaria adattabilità al clima, fino alla cura del terreno e alla scelta dell’acqua. E qualche suggerimento per rendere più spettacolari le fioriture e individuare eventuali problemi

Le prime camelie sono arrivate in Europa nel XVIII secolo, direttamente dalla Cina; ma in quel frangente i cinesi, temendo di perdere il monopolio della produzione del tè, hanno inviato al posto della Camellia sinensis (la pianta da cui si ricava la famosa bevanda), la Camellia japonica, dalle splendide fioriture. Il primo esemplare italiano è stato piantato nel 1780 (e sopravvive tuttora) nel giardino della reggia di Caserta e ha fornito i semi che hanno generato, attraverso selezioni e incroci, una collezione infinita di varietà dai fiori incantevoli.

Esposizione, terreno e fertilizzazione

La Camellia japonica è la specie più coltivata nei giardini come pianta ornamentale ed è originaria della Corea e del Giappone: si tratta di un arbusto sempreverde che raggiunge alcuni metri di altezza, presenta foglie persistenti, ovali di colore verde scuro lucente, fioritura primaverile con fiori dai colori nelle varie sfumature dal bianco al rosso scuro. Sono piante molto rustiche che tollerano il gelo (fino ai -12°C) e il caldo (35°C), ma prediligono i climi miti e non eccessivamente secchi; la posizione ideale per loro è la mezzombra. È importante sapere che sono acidofile (amano, cioè, un terreno con pH compreso tra 5 e 6) e che prediligono il terreno boschivo, sciolto e ricco di sostanza organica. Sui nostri balconi le camelie possono essere coltivate in grandi vasi all’ombra, utilizzando al momento del rinvaso il terriccio specifico per piante acidofile. Le annaffiature devono essere regolari, da marzo a ottobre, mantenendo il terreno sempre abbastanza umido, ma non inzuppato d’acqua; durante i mesi freddi le annaffiature vanno eseguite solo in caso di siccità molto prolungata. Per quanto riguarda le concimazioni è importante fornire gli elementi nutritivi a fine inverno, nel periodo che precede la fioritura; almeno una seconda fertilizzazione si rende indispensabile a fine estate, quando la pianta comincia a produrre i boccioli per la fioritura successiva. L’ideale sarebbe comunque riuscire a somministrare il concime nei mesi di febbraio, aprile, giugno e settembre, utilizzando prodotti specifici per specie acidofile, particolarmente ricchi di elementi quali fosforo, potassio, ferro, rame e zinco.

Qualche accorgimento

Se notiamo un ingiallimento delle foglie tra le nervature (che però rimangono verdi), allora la nostra camelia potrebbe manifestare la clorosi ferrica, un problema di carenza di ferro frequente in substrati calcarei e poco fertili. Bisogna intervenire subito distribuendo nel terreno prodotti ricchi di tale minerale, in polvere o liquidi (solfato di ferro o ferro chelato).

Quando la Camellia japonica è prossima alla fioritura può rendersi necessaria la “sbocciolatura”, che consiste nell’eliminazione di alcuni boccioli fiorali in soprannumero (i più piccoli e malformati), soprattutto quando questi sono raggruppati in numero superiore a 2 o 3: questo diradamento favorisce l’apertura di un numero ridotto di fiori, ma che risulteranno più ampi e di grande effetto.

Quando si annaffia la pianta, il consiglio è quello di utilizzare sempre acqua piovana, mentre in estate va benissimo l’acqua dei condizionatori, praticamente pura e senza calcare: una soluzione ecologica e di risparmio idrico