CACHI
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In ottobre e novembre, lungo le strade di campagna e talvolta in città, si incontrano alberi spogli su cui spiccano numerosi lampioncini arancioni: sono le piante dei cachi, una vista familiare per molti, sebbene questa pianta sia originaria del Giappone. I frutti hanno una consistenza molle e gelatinosa, il sapore è dolce, la polpa ha proprietà astringenti. Da qualche tempo si sono però diffusi anche i frutti non astringenti, ugualmente dolci e che possono essere gustati anche quando non completamente maturi: il più famoso è il caco mela, con la sua consistenza croccante e un sapore più delicato.
AL MERCATO
A proposito di varietà, dei cachi “astringenti” – quelli classici, per intenderci – se ne trovano diverse sui banchi dell’ortofrutta a partire già dal mese di settembre. Tra i più diffusi ci sono gli Hachiya, dalla forma allungata e dalla buccia di colore intenso: maturi, sono ideali per essere mangiati al cucchiaio o per fare dolci e marmellate. Ci sono anche varietà ormai tipicamente regionali: il caco vaniglia è particolarmente apprezzato in Campania, mentre in Emilia-Romagna e in Veneto è diffuso il caco tipo (o ragno), il cui frutto può raggiungere dimensioni ragguardevoli. Inoltre esistono i cachi selvatici, come il Diospyros lotus (caco loto) e il Diospyros virginiana (caco americano), che si caratterizzano per frutti più piccoli e spesso più astringenti.
VALORI NUTRIZIONALI
È un frutto, ma non un alimento “light”: il tenore calorico dei cachi, infatti, non è tra i più bassi (su 100 g, circa 65-70 kcal) e la polpa è ricca di zuccheri (16-18%). Da acerbo il caco è una miniera di tannini, dalle proprietà astringenti, mentre durante la maturazione questi si riducono fortemente a favore di fruttosio e glucosio. Il frutto contiene molto potassio, che gli conferisce spiccate proprietà diuretiche, inoltre è buono l’apporto di fosforo, magnesio, calcio e sodio. Considerevoli sono pure le quantità di vitamina C – che diminuisce con la maturazione – e di beta-carotene, precursore della vitamina A; quest’ultima è potenziata grazie all’azione sinergica dei pigmenti (licopene e xantine).
UNA SCORTA PREZIOSA
In commercio i cachi si trovano già da settembre, mentre nei giardini è bene raccoglierli tra la metà di ottobre e l’inizio di novembre – quando sono ancora sodi e hanno la buccia chiara – soprattutto per preservarli dai tanti uccelli e animaletti che ne sono ghiotti. In queste condizioni i frutti risultano ancora decisamente astringenti e si consiglia di farne maturare pochi alla volta mettendoli in un sacchetto insieme a una mela. Gli altri cachi acerbi vanno conservati in un ambiente buio e fresco, l’ideale sarebbe una cantina. I frutti si possono gustare una volta morbidi, mentre la buccia dovrebbe essere di un colore acceso.




