Premiaty > MONDO JUNIOR Giugno 2019

Bagno al mare e digestione

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È davvero rischioso tuffarsi in acqua dopo aver mangiato? Vediamolo insieme

 

“Non puoi fare il bagno, hai appena finito di mangiare!” è una frase molto ricorrente tra spiagge e ombrelloni. Ma è davvero così? Sfatiamo questa leggenda appellandoci alla scienza.

Cosa dice la scienza

È credenza diffusa che i bambini debbano attendere almeno 2-3 ore da un pasto prima di immergersi in acqua e nuotare. Non esiste in realtà nessuna evidenza e razionale e scientifica a sostegno questa raccomandazione. È invece essenziale evitare di tuffarsi improvvisamente in acqua fredda: bisogna prepararsi con una doccia fresca prima di tuffarsi o immergersi. Questa abitudine è nota, infatti, ai tuffatori professionisti. L’impatto brusco sul viso dell’acqua fredda può causare un malessere fulminante. In questi casi si scatena una violenta reazione nervosa riflessa che rallenta la frequenza cardiaca e abbassa la pressione arteriosa per cui, se il tutto dura più di qualche secondo, il cervello va in blocco e si affoga anche in pochi centimetri di acqua.

Un rischio da non sottovalutare

Per annegamento l’Organizzazione Mondiale della Sanità intende qualunque incidente per cui la vittima è immersa - cioè coperta solo parzialmente - o sommersa - cioè coperta completamente - da un fluido che blocca le vie aeree e impedisce la respirazione. L’annegamento provoca 500.000 morti all’anno nel mondo, ed è la terza causa di morte tra i bambini; la metà delle persone che annega ha meno di vent’anni e tra i bambini l’età di maggior rischio è 1-4 anni. Sotto i quattro anni gli annegamenti avvengono in genere in piscine condominiali o domestiche.

Condizioni che aumentano il rischio di annegamento

  • Incapacità di nuotare: gli studi hanno dimostrato che i bambini che hanno eseguito corsi di nuoto hanno un rischio più basso di annegare.
  • Assenza di barriere protettive nelle piscine. Assenza di supervisione. Luogo: nei bambini più piccoli la piscina rappresenta il luogo di maggior rischio, mentre per i ragazzi più grandi i fattori che influenzano sono le condizioni meteorologiche e le condizioni delle acque.
  • Mancata disponibilità di giubbotto salvagente.
  • Soggetti che soffrono di crisi epilettiche.