Premiaty > MONDO JUNIOR Gennaio 2019

Corri ragazzo, corri

Premiaty > MONDO JUNIOR

Un bimbo iperattivo e distratto potrebbe soffrire 
del Disturbo da Deficit dell’Attenzione: 
scopriamolo per affrontarlo correttamente

 

Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione con iperattività è caratterizzato da livelli elevati di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività. Nella prima infanzia questo problema si sovrappone, di solito, a disturbi quali quello oppositivo-provocatorio e quello della condotta. Spesso il deficit dell’attenzione permane nell’età adolescenziale e adulta, compromettendo la vita sociale e scolastica o lavorativa.
Nelle persone con Disturbo da Deficit dell’Attenzione si notano alcuni sintomi comportamentali caratteristici: divagano dal compito prefissato, mancano di perseveranza e mostrano difficoltà nel mantenere l’attenzione e spiccata disorganizzazione; se questi problemi non sono dovuti a un atteggiamento di sfida né a una mancata comprensione delle consegne, potrebbe trattarsi del Disturbo da Deficit dell’Attenzione.

Bimbi mai fermi

Il bambino iperattivo presenta un’eccessiva attività motoria, è estremamente loquace e sembra costantemente sotto pressione, elementi che si presentano in situazioni non appropriate. L’impulsività può comportare dei rischi per il bimbo stesso, che fa azioni estremamente frettolose: alla base vi è un desiderio di ricompensa immediata, che lo spinge anche, ad esempio, a interrompere gli altri in modo invadente.
Il disturbo si può presentare in tre modi diversi. La manifestazione combinata, innanzitutto, è quella più tipica dell’età evolutiva e si caratterizza per un insieme di sintomi di disattenzione e iperattività-impulsività. Vi è poi la manifestazione con disattenzione predominante in cui, come dice il nome, prevalgono i sintomi della disattenzione; i bambini con questo tipo di disturbo hanno minori problemi comportamentali e minori difficoltà nelle interazioni: non hanno troppa difficoltà a stare seduti in classe, anche se non riescono a seguire il discorso dell’insegnante. Infine, la manifestazione con iperattività-impulsività predominanti, al contrario, è caratterizzata prevalentemente da questo tipo di sintomi.

Genitori: che fare?

Spesso gli adulti tendono a controllare eccessivamente i bambini con deficit dell’attenzione e a rimproverarli troppo in quanto “discoli” o “svogliati”. Il rischio concreto è quello di alternare fasi di controllo stretto sul bambino a rinunce alla gestione del suo comportamento, con il risultato di sembrare incoerenti agli occhi del piccolo, che ne risulta disorientato e rischia di perdere autostima. Per questi motivi, dunque, bisogna conoscere bene il problema e, una volta approfondito, stabilire una comunicazione efficace con il proprio figlio, che è la chiave per affrontare adeguatamente questo disturbo. La chiarezza è importante anche al momento di stabilire le poche regole necessarie e le relative conseguenze nel caso siano infrante. Al contrario, bisogna pensare anche a dei rinforzi da mettere in atto in occasione dei comportamenti adeguati del bambino.
La terapia da scegliere in questi casi è quella cosiddetta “cognitivo-comportamentale”, in cui si insegnano al piccolo strategie che lo guidino alla risoluzione dei problemi e nella pianificazione del proprio comportamento nei diversi ambiti della vita. Il piccolo impara, così, a trarre informazioni importanti dai propri errori, ma anche – non meno rilevante – a premiarsi per i risultati raggiunti.

Conoscere per agire

L’atteggiamento dei genitori di un bimbo con Disturbo da Deficit dell’Attenzione è fondamentale e, infatti, proprio a loro si rivolgono programmi di intervento mirati. Questi puntano ad aumentare la conoscenza e consapevolezza del disturbo, indispensabile per stabilire una strategia educativa che supporti il bambino e gli permetta di acquisire la capacità di autogestirsi.