Premiaty > MONDO JUNIOR Aprile 2018

La paura di esistere

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Colpisce soprattutto le ragazze adolescenti e causa danni fisici e un progressivo isolamento sociale

Le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA) mostrano difficoltà specifiche nel rapporto con il cibo e con il proprio corpo, tali da compromettere in modo significativo la qualità di vita. La caratteristica centrale di questi disturbi è un’eccessiva importanza attribuita al peso, alle forme corporee e all’alimentazione. I DCA colpiscono prevalentemente adolescenti o giovani adulti, e nella maggior parte dei casi si tratta di ragazze (il rapporto è di 9 a 1). L’anoressia nervosa, nello specifico, è caratterizzata dalla continua ricerca di magrezza, vissuta come un successo anche quando raggiunge livelli pericolosi per la salute. L’esordio avviene spesso dopo una dieta intrapresa per perdere qualche chilo di troppo. Nelle fasi iniziali, la persona prova una sensazione di euforia per il dimagrimento ma, col progredire del calo di peso, arriva a perdere il controllo: nonostante sia sottopeso, continua a percepire come “troppo grasse” alcune parti del proprio corpo, in genere l’addome, le cosce e i glutei. Per questo motivo, continua a mettere in atto una serie di comportamenti finalizzati alla riduzione del peso e l’attività fisica eccessiva. Il corpo e il suo peso diventano temi così ossessivi da spingere a controllarsi continuamente, pesandosi più volte al giorno. Si sviluppano veri e propri rituali riguardanti il cibo come il calcolo delle calorie. A volte, le emozioni negative vissute nel focalizzare l’attenzione sulle forme del proprio corpo (come il disgusto verso se stessi), possono attivare veri e propri comportamenti di evitamento della propria immagine corporea (come evitare di passare davanti allo specchio). Le adolescenti che soffrono di questo disturbo presentano generalmente un elevato isolamento sociale, evitando le situazioni in cui devono mangiare davanti ad altri (come cene con amici o feste); al contrario, sembrano essere molto interessate allo studio e, naturalmente, all’attività fisica. Il loro obiettivo è quello di giungere a essere “puro spirito”, cercando un totale controllo del corpo e dei suoi bisogni come unica forma di consapevolezza di sé.

Come intervenire

La terapia cognitivo-comportamentale è fondamentale per affrontare il problema; essa mira a modificare l’idea che il peso e le forme corporee costituiscano l’unico fattore in base al quale definire il proprio valore personale. Lo scopo è quello di aiutare la persona a imparare a gestire i sintomi, a sostituirli con comportamenti più adeguati e a identificare e modificare alcune modalità di pensiero problematiche che favoriscono il persistere della patologia alimentare. Ma certo è altrettanto importante avere una rete familiare e affettiva presente, che aiuti l’adolescente a “sentirsi vista” al di là del problema alimentare. È fondamentale che i genitori e gli amici le ricordino che non è il controllo sul cibo a darle valore; per quanto a volte si possa sentire inadeguata e sbagliata non deve avere paura, perché loro la conoscono e la amano, e sanno che quelle emozioni non possono definire la sua identità e le sue scelte di vita..

Peso e autostima

L’autostima delle ragazze anoressiche è fortemente influenzata dalla forma fisica; la perdita di peso viene considerata un segno del proprio valore personale e della propria forza, mentre l’aumento di peso viene percepito come la dimostrazione tangibile della propria inadeguatezza, con la conseguente comparsa di sintomi depressivi quali tristezza, disperazione, senso di colpa e irritabilità.